lunedì 12 dicembre 2022

EMPEDOCLE


 LE RADICI DELL’UNIVERSO

Empedocle visse ad Agrigento nel V secolo a.C. ed era un poeta, un medico, un taumaturgo e un mago. Nel poema Sulla natura egli descrive la nascita dell’universo dalla situazione originaria di una totalità indifferenziata, lo sfero, in cui si mescolano e confondono l’acqua, la terra, l’arie e il fuoco, che rappresentano le quattro radici. Tali principi sono eterni, immutabili e identici a se stessi. 

LE FORZE COSMICHE

egli ipotizza che vi siano due forze cosmiche, l’amore e l’odio, le quali presiedono rispettivamente all’unione e alla separazione dei principi originari. Mescolando o separando le quattro radici, tali forze determinato la generazione e la dissoluzione di tutte le cose. Per Empedocle la nascita e la morte sono da attribuire alla mescolazione e alla separazione di elementi originari che rimangono inalterati e intasformabili. 

Si può dire che per Empedocle l’esistenza costituisce il movimento intermedio tra l’amore e l’odio, quindi la tensione tra i  due estremi.

LA TEORIA DELLA CONOSCENZA E LA CONCEZIONE DEL MALE

Secondo Empedocle gli uomini vedono solo una piccola parte della vicenda cosmica e sono condannati a morire, con rapidità dileguandosi come fumo. Quindi avendo i quattro elementi e le due forze, essi possono conoscere la verità sul ciclo cosmico, dato che il simile conosce il simile

Quello che gli uomini chiamano male è determinato proprio dall’irruzione della contesa sulla scena del mondo. Uccidendo e nutrendosi delle carni degli animali si commette ingiustizia , come se si uccidessero dei consanguinei, perché un solo spirito, una sorta di anima pervade l’universo, che è un unico grande organismo vivente, di cui tutti gli esseri sono partecipi.

Per quello che si riesce a dedurre dai pochi versi del poema Sulla natura, si può dire che Empedocle da una parte ci offre una descrizione poetica dell’universo dominato dall’amore e dalla concordia, nonostante l’azione della forza contraria.

LA FINALITÀ PRATICA DEL SAPERE DI EMPEDOCLE

Nelle Purificazioni egli si  presenta come un dio immortale, ornato di fiori e di bende, che promette la liberazione dagli affanni e dal dolore che nascono dal timore della morte e dall’ignoranza. Gli uomini devono arrivare alla consapevolezza che la morte non esiste, perché il loro essere non si distruggerà ma tornerà a unificarsi da ciò he deriva.

Non vi è nascita di nessuna delle cose mortali, ne fine alcuna di  morte funesta,  ma c’è solo      mescolanza e separazione di cose mescolate

In conclusione, per quanto riguarda il contributo di Empedocle alla scienza dell’epoca sia limitato in termini  di nuove conoscenze. 



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