Il termine “sofista”, nell’antichità, significa letteralmente “sapientissimo”, mentre nel linguaggio odierno, non ha un’eccezione positiva, evocando qualcosa di artificioso.
I sofisti hanno come scolo la trasmissione di un sapere finalizzato al successo politico e alla riuscita individuale, e alla formazione delle competenze retoriche e linguistiche utili per affrontare le nuove esigenze della vita democratica.
PROTAGORA
Egli sostiene il relativismo culturale e morale, dicendo che l'uomo è misura di tutte le cose.
Secondo lui le credenze, le leggi, i costumi e i valori, possiedono una validità relativa al contesto storico-culturale in cui si sono formati, e afferma anche che l'unico criterio di verità è la parola.
GORGIA
Egli sostiene una forma si scetticismo metaforico, ovvero, l'essere non c'è o è inconoscibile o è inesprimibile, quindi non esiste alcun criterio di verità oggettivo. Pertanto la parola ha un potere assoluto e l'esistenza è una dimensione irrazionale e misteriosa.
Prodico
Nega la possibilità di conoscere la realtà in modo oggettivo e universale, ma comunque non ammette che ci possano essere conoscenze e discorsi utili e condivisi all'interno di una comunità di uomini.
Egli studia anche l'origine del linguaggio e sviluppa l'arte dei sinonimi.
Ippia e Antifonte
Loro stabiliscono una distinzione e una contrapposizione tra legge naturale e legge positiva.
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