martedì 18 ottobre 2022

ERACLITO E L'ESPERIENZA DEL DIVENIRE

L'IMMAGINE DI UN UOMO SCHIAVO E SOLITARIO

-Eraclito é vissuto a cavallo tra il VI e il V secolo a.C. 
-Dalla sua unica opera, Intorno alla natura, ci restano solo frammenti brevi ed enigmatici.
-La sua riflessione si può sintetizzare in due nuclei tematici:
              - Il flusso universale
              - Il logos e la legge dei contrari 

IL FLUSSO UNIVERSALE

Secondo Eraclito nel mondo non c'è nulla che sia in uno stato di quiete, tutto é in costante movimento.
C'è conflitto sia nella citta, dove le classi emergenti degli artigiani e dei commercianti contrastano il potere dell'aristocrazia, sia nella natura, dove si assiste al continuo alternarsi di elementi contrari: l'acqua, il fuoco, l'aria, la terra sono in opposizione tra loro e l'uno, trasformandosi, genera l'altro, proprio come l'avvicendarsi delle stagioni, del giorno e della notte, della luce e delle tenebre, del bene e del male.
Tutto muta incessantemente. 
Non é possibile bagnarsi nello stesso fiume due volte, sia perché le acque continuano a rigenerarsi sia perché la nostra identità cambia.
L'elemento che simboleggia ciò é il fuoco che é l'elemento mutevole e distruttore per eccellenza. Dal fuoco, per condensazione, hanno origine l'acqua, la terra e tutti gli elementi; per rarefazione, tutti gli elementi ritornano alla fine del ciclo cosmico. Il fuoco simboleggia la legge segreta che regna al di sotto dell'apparente disordine dell'universo.

IL LOGOS E LA LEGGE DEIVCONTRATI

Secondo il popolo ignirante, i dormienti, dietro la scissione e la trasformazione delle cose c'è un ordine razionale visibile solo ai saggi filosofi, gli svegli.
Il movimento del universo é un conflitto incessante tra elementi contrari che si alternano continuamente in uno scontro perpetuo, ma allo stesso tempo inscindibili e complementari, vivono l'uno soltanto in relazione con l'altro.
Secondo Eraclito é proprio l'indiscindibilita dei contrari che sta alla base dell'universo. Egli indica questa razionalità con il termine logos. 




domenica 16 ottobre 2022

I PITTAGORICI E LA CONCEZIONE MATEMATICA DELLA NATURA


-Nel periodo tra il IV e il V secolo a.C. il centro della vita culturale della Grecia si spostò nelle colonie greche dell'Itala meridionale (Magna Grecia) e della Sicilia. 
Tra queste città splendide e potenti abbiamo Crotone dove, sempre in questo periodo, venne a stabilirsi Pitagora, che era emigrato da Samo dove si era instaurato un governo ostile e tirannico.  Fonda qui una nuova scuola filosofica molto diversa dalle altre scuole di Mileto, la Fratellanza Pitagorica, un'associazione politico-religiosa di carattere aristocratico.
Pitagora era venerato dai suoi seguaci come una divinità e molti caratteri della scuola fanno pensare a una setta religiosa.

I suoi seguaci si dividevano in:

acusmatici: ai quali era imposto il silenzio e una rigida disciplina di comportamento. 
               - dal greco akùo, che vuol dire ascolto, odio

matematici: i quali potevano fare domande ed esprimere opinioni personali 

Certi aspetti sono ancora legati al mito che però vengono affiancati di eccezionale modernità , come per esempio l'accetazione delle donne e la loro partecipazione alle attività e allo studio.


DOTTRINA DELL'ANIMA:

Questa dottrina è ripresa dall'orfismo (Orfeo) e ritiene che dopo la morte l'anima fosse destinata a reincarnarsi fino all'espiazione delle proprie colpe; era però possibile interrompere il ciclo della reincarnazione con pratiche o riti di purificazione.

DOTTRINA DEL NUMERO:

Secondo i pitagorici il numero è il principio generatore; archè

1-2-3-4-10

cose imperfette --> numeri pari --> non sono limitati
cose perfette --> numeri dispari --> sono limitati

- I pitagorici ritengono che l'archè si identifichi con il numero, secondo loro le cose derivano dal numero in base a rapporti armonici e matematici che riguardano l'anima e il cosmo.

venerdì 14 ottobre 2022

GLI IONICI E IL PROBLEMA DELL'ARCHÉ

 LA PRIMA RIFLESSIONE FILOSOFICA

Si tramanda che un saggio indù mentre stava esponendo la sua dottrina una donna voleva costantemente sapere cosa stesse alla base dell'universo. Questo racconto ci introduce alle domande che i primi filosofi si pongono:
- qual è l'origine dell'universo?
- come si spiega la vita sulla Terra?
- perché le cose sono come sono e accadono come accadono?

La prima riflessione filosofica si sviluppa nella Ionia. Sono Talete, Anissimandro e Anassimente che inaugurano questo nuovo tipo di pensiero.
Non abbiamo molte informazioni su questi autori ma si può comunque presumere che abbiano avuto conoscenze di carattere tecnico-scientifico. Si sa anche che loro abbiano provato a spiegare i fenomeni atmosferici e meteorologici facendo ricorso a cause naturali.

ARCHÉ:
 Principio originario da cui le cose derivano.

TALETE

L'ACQUA COME PRINCIPIO ORIGINARIO

Le notizie che abbiamo su Talete sono aneddoti tramandati a voce da filosofo a filosofo.
Secondo Talete il principio primordiale è l'acqua.
 1. Ogni cosa vivente è intrisa di acqua
 2. I bambini nascono rompendo le acque che gli hanno accolti per 9 mesi
 3. Dal grande oceano nasce la Terra

ANASSIMANDRO
L'ÁPERION COME FONDAMENTO DEL REALE

L'ÁPERION
Principio da cui derivano tutte le cose può identificarsi con una di esse ma deve essere una sostanza indistinta.

Secondo Anassimandro c'è una sostanza primordiale che si basa su un processo di separazione e differenziazione che consiste in un movimento rotatorio con cui caldo freddo, secco e umido e tutti i contrari generano infiniti mondi che si dissolvono e si ricompongono in un loop infinito.

ANASSIMENE

L'ARIA COME PRINCIPIO DELLE COSE

Secondo Anassimene è l'aria che con un movimento incessante che anima il mondo e porta a mutamenti attraverso processi di condensazione e rarefazione.

Gli ionici ricercano il principio unificatore dei fenomeni (Arché), inteso come elemento e origine del tutto, forza generatrice, materia delle cose, legge divina ed eterna; e la identificano come acqua per Talete, l'apeiron per Anassimandro e l'aria per Anassimene.

INTRODUZIONE ALLA FILOSOFIA




Filosofia: deriva dal verbo greco philen (amare), il quale indica un desiderio e un'aspirazione verso qualcosa che non si possiede, e da sophìa (sapienza), che connota l'oggetto verso cui si indirizza la ricerca. Quindi il termine filosofia,  φιλοσοφíα ( philosophìa), vuol dire letteralmente amore per la sapienza.
Questo amore per la sapienza nasce dallo spontaneo senso di meraviglia per la grande varietà e bellezza delle cose.
Il pensiero greco inoltre afferma che tutti gli uomini tendono per natura alla conoscenza, in quanto l'impulso di chiedersi il perché delle cose è tipico di tutti gli esseri umani; dunque il filosofo non possiede la sapienza ma la cerca.
Anche se certi filosofi si sono lasciati prendere dall'astrazione fine a se stessa, il sapere non è una cosa chiusa a se stessa ma è qualcosa che permette di approfondire e chiarire gli aspetti fondamentali della vita, rispondendo ad esempio agli interrogativi sul senso dell'esistenza.